La dermoscopia rappresenta una metodica diagnostica non-invasiva per la diagnosi del melanoma e delle lesioni pigmentate cutanee in genere, che in Italia (come nel resto d’Europa) è divenuta negli ultimi anni un vero e proprio “standard of care” per la gestione clinica dei pazienti con lesioni pigmentate.
L’applicazione di tale procedura diagnostica nella pratica clinica richiede un lungo percorso di apprendimento e una sufficiente esperienza clinica da parte dell’osservatore. Per tale motivo, negli ultimi anni si sono moltiplicati i corsi, seminari e congressi in tema di dermoscopia, in modo di fornire ai dermatologi quell’indispensabile bagaglio di nozioni specifiche che consentano l’applicazione della dermoscopia nella pratica routinaria.
In genere i corsi di dermoscopia sono disegnati in modo da fornire esemplificazioni semplici e didattiche del vasto spettro morfologico delle lesioni pigmentate. Tuttavia, se è vero che la maggior parte delle lesioni presenta quadri dermoscopici di facile interpretazione, è anche vero che il melanoma, così come le altre lesioni pigmentate in diagnosi differenziale, può esibire aspetti morfologici quanto mai differenti, che rendono la diagnosi, in alcuni casi, estremamente difficile.
In un’epoca ormai matura della dermoscopia, sarebbe quanto mai utile confrontare le singole esperienze cliniche dei dermatologi che si cimentano ogni giorno nella gestione clinica dei pazienti con lesioni pigmentate e che utilizzano la dermoscopia nella pratica routinaria.
Questo incontro-dibattito vuole perciò essere un momento di confronto fra dermatologi-dermoscopisti su situazioni cliniche pratiche, problemi e soluzioni adottate nella gestione di particolari pazienti o lesioni pigmentate complesse, o esperienze individuali nella conduzione di un ambulatorio per la diagnosi del melanoma.