La dermatite atopica è una patologia cutanea con decorso cronico-recidivante, accompagnata da prurito, tra le più comuni in Europa. È una delle patologie cutanee infiammatorie croniche più comuni e colpisce fino al 20% della popolazione infantile e il 2-8% della popolazione adulta nella maggior parte dei Paesi del mondo, e il 3,5-4,4% dei cittadini europei. Quasi il 10% dei pazienti con dermatite atopica soffre di una forma grave.
La sua insorgenza e il suo decorso sono imprevedibili. Si associa e può rappresentare il primo passo per lo sviluppo di malattie infiammatorie su base allergica (la cosiddetta “marcia atopica”), come asma, rino-congiuntiviti, poliposi nasali, allergie alimentari, esofagite eosinofila.
La diagnosi è clinica. Le manifestazioni cutanee variano in base all’età del paziente e alla fase di malattia, se acuta, subacuta o cronica. La dermatite atopica è stata per troppo tempo sottostimata quale patologia cutanea di lieve entità e scarso impatto personale, sociale e familiare.
Tutte le varie manifestazioni sono accompagnate da prurito, diurno e notturno, con forte impatto sul benessere e sulla qualità della vita dei pazienti, soprattutto in casi di forma grave.
Molti pazienti affetti da dermatite atopica, ancora non riescono ad accedere all’Hub ospedaliero, e vanno incontro a peggioramento della patologia con tutte le conseguenze che ne derivano. La presa in carico di questi pazienti sottotrattati è un obiettivo cruciale da raggiungere considerando gli aspetti insidiosi della patologia che rimane ancora sottostimata.
La possibile collaborazione tra le Case della Salute ben radicate nel territorio, i medici di MMG, gli specialisti ambulatoriali ed il centro Ospedaliero Universitario (Policlinico di Roma Tor Vergata) può delineare le basi per un modello di governance, che consenta di raggiungere una migliore appropriatezza diagnostica e terapeutica, attraverso un’efficiente ed efficace gestione del percorso di presa in carico e cura del paziente affetto da dermatite atopica.
Scopo del presente evento è quello di rafforzare una collaborazione continua e biunivoca tra le due realtà sanitarie (policlinico universitario e territorio) per consentire, da una parte la fruizione di una formazione con approfondimenti specifici relativi alla patologia per i MMG e per gli specialisti del territorio e successivamente la possibilità di creare una rete che possa garantire il corretto invio dei pazienti al nostro Policlinico attraverso una condivisone dei dati clinico-organizzativi.
Dopo questo incontro, i partecipanti dovrebbero essere in grado di:
• Riconoscere gli aspetti clinici peculiari della malattia e le novità terapeutiche.
• Riconoscere i fattori che influenzano la selezione del trattamento e la gestione dei pazienti con comorbilità
• Comprendere l’impatto psicologico-sociale che tali malattie possono esercitare nei pazienti, attraverso l’uso dedicato di strumenti indagativi appropriati.
• Pianificare gli obiettivi di trattamento e le strategie per ottimizzare il trattamento
• Mettere in atto una buona comunicazione medico-paziente per ottimizzare la gestione e l’aderenza terapeutica a lungo termine